Il Veneto continua a mantenere il ruolo di leader nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo e internazionale, dove molte realtà locali vengono considerate come modello delle migliori pratiche adottate in questo specifico settore.
Lo mette in evidenza anche l’ultimo rapporto sulla “Produzione e Gestione dei rifiuti urbani nel Veneto”, curato dall’Osservatorio Regionale Rifiuti istituito presso l’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, presentato dall’assessore alle politiche ambientali Gianpaolo Bottacin insieme al direttore generale dell’Arpav Nicola Dell’Acqua.
VENETO MODELLO DA IMITARE
“Se il Veneto conferma la sua eccellenza nella gestione dei rifiuti urbani –spiega Bottacin – è grazie all’impegno degli enti locali e dei cittadini. Il sistema di gestione, così come è oggi strutturato, anticipa e realizza gli scenari dell’economia circolare, in cui la materia viene riutilizzata il più possibile. In questo senso non è negativo neppure l’aumento del 2% dei rifiuti prodotti nel 2016, in considerazione del fatto che il Veneto è la prima regione turistica d’Italia con oltre 65 milioni di presenze annue, e il dato è indice di crescita del tessuto produttivo”.
I NUMERI
Il rapporto conferma il trend positivo della raccolta differenziata che nel 2016 si attesta al 67,1% (al netto degli scarti), oltre mezzo punto percentuale in più rispetto all’anno precedente (+0,6) a fronte di una produzione complessiva di rifiuti urbani di circa 2.238.492 tonnellate, che fa registrare un aumento del 2,2%, per 456 kg di produzione procapite (+2,3%).
In totale i rifiuti urbani avviati a recupero nel 2016 ammontano a oltre 1,6 milioni di tonnellate. I rifiuti urbani inceneriti negli impianti di Padova e di Schio sono stati pari a 203 mila tonnellate annue (pari al 9% del rifiuto prodotto) mentre i quantitativi conferiti nelle 10 discariche attive sul territorio regionale sono stati pari a 94 mila tonnellate (4% del totale).
TREVISO IN TESTA
Per quanto riguarda i dati di raccolta differenziata suddivisi per provincia: Treviso ha raggiunto il valore più alto toccando quota 82% seguita da Belluno con il 73%. L’obiettivo del 60% previsto dalla legge nazionale per il 2011 è stato superato da tutte le province tranne Venezia che è a quota 50,6% per le difficoltà principalmente dovute alla gestione dei rifiuti nel centro storico del Comune di Venezia e nei comuni litoranei, caratterizzati da elevati flussi turistici. A livello di bacino l’obiettivo del 76% previsto dal nuovo Piano regionale è stato già raggiunto e superato dai bacini Destra Piave e Sinistra Piave, con valori rispettivamente dell’84% e dell’80%. A livello comunale, 484 comuni del Veneto, pari al 75% della popolazione (3.644.147 ab.), ha già conseguito l’obiettivo del 65% stabilito dalla normativa nazionale per il 2012. Le realtà locali che hanno fatto registrare la percentuale di raccolta differenziata più elevata sono trevigiane: per la fascia fino a 5 mila abitanti il comune di Castelcucco (88,9%), fino a 15 mila ab. Carbonera e San Biagio di Callalta (86,8%), fino a 50 mila ab. Preganziol (85,9%) e oltre 50 mila ab. Treviso (83,2%).
CENTRATI GLI OBIETTIVI DEL PIANO REGIONALE
I dati complessivi sono ampiamente in linea con gli obiettivi del Piano regionale di Gestione dei rifiuti approvato nel 2015 che prevede il raggiungimento del 76% di raccolta differenziata nel 2020, soglia già superata da 181 comuni. Sono 572 su 576 i comuni veneti con sistema di raccolta secco-umido e 499 i comuni che hanno adottato sistemi di raccolta porta a porta e 475 quelli che hanno adottato un sistema porta a porta spinto.
OLTRE 400 CENTRI DI RACCOLTA, UNO DEI TANTI ELEMENTI DI SUCCESSO
L’edizione 2017 del Rapporto fa rilevare che i principali elementi di successo che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi nazionali e regionali sono la capillare diffusione della raccolta separata della frazione organica; la capillare diffusione della raccolta domiciliare anche delle frazioni secche riciclabili, quali carta, vetro, plastica (porta a porta spinto); l’elevata presenza nel territorio di centri di raccolta (oltre 400); la commisurazione del pagamento del servizio alla quantità di rifiuti prodotti dall’utenza (sistemi di tariffazione puntuale) in buona parte del territorio regionale; l’elevata diffusione della pratica del compostaggio domestico; lo sviluppo notevole dell’industria del recupero/riciclo; le campagne informative per i cittadini; la gestione prevalentemente pubblica del sistema; i costi tra i più bassi nella compagine nazionale.
IL TREND POSITIVO
“La tendenza positiva è in ulteriore crescita- anticipa Bottacin- puntiamo a consolidare gli obiettivi generali indicati a livello europeo e cioè ridurre la produzione dei rifiuti urbani; favorire il recupero di materia a tutti i livelli; il recupero di energia; minimizzare il ricorso alla discarica”.