All’Università di Padova importanti approfondimenti sul tema dell’emergenza dello scorso autunno con i professori Maschio e D’Alpaos, il rettore Rizzuto, l’assessore Bottacin, il capo nazionale della protezione civile Borrelli e quello dei vigili del fuoco Dattilo oltre ad altre testimonianze tra cui il prefetto di Padova Franceschello, il comandante regionale dei vigili Munaro, Dell’Acqua, Da Broi, Tormen. Ne è emersa una sintesi in cui il Veneto e il suo sistema a pieno titolo può essere modello nazionale.
“Le relazioni tecniche relative all’emergenza di fine ottobre 2018 – spiega Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione Civile – dimostrano che senza il modello previsionale messo appunto da Regione del Veneto quanto accaduto avrebbe potuto avere ben altre conseguenze, soprattutto in termini di vite umane”.
Un modello realizzato con l’Università di Padova, che è stato illustrato oggi a Padova in occasione del seminario “Autunno 2018: Emergenza nel Veneto”, organizzato dalla Regione del Veneto e dall’Università di Padova in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Le varie relazioni tecniche sono state occasione per raccontare la tempesta Vaia in tutti i suoi risvolti, dagli aspetti metereologici alla gestione dell’emergenza fino al post emergenza. Il professor Luigi D’Alpaos ha descritto, in dettaglio, come funziona la piattaforma nella quale sono implementati una serie di codici di calcolo che consentono di simulare la formazione, la propagazione e l’evoluzione delle piene in un bacino idrografico, partendo dalle previsioni meteorologiche. Tutto ciò attualmente viene applicato al bacino del Brenta-Bacchiglione ed è in fase di allestimento avanzato anche per il bacino del Piave.
“Sta destando molta attenzione, a più livelli, il modello meteo idrogeologico e idrodinamico che la Regione Veneto ha avviato dal 2014 – sottolinea l’assessore Bottacin – siamo gli unici in Europa a disporre di un sistema che ci permette di prevedere se i corsi d’acqua esonderanno, dove e a che ora. Sapere che sarà fonte di approfondimento da parte della Protezione Civile nazionale per diventare un modello di riferimento nazionale ci inorgoglisce molto e dimostra quanto sia avanzata la nostra organizzazione in questo campo.”.
Tra i relatori del seminario di Padova c’era anche Angelo Borrelli, Capo dipartimento della Protezione Civile Nazionale che, oltre ad illustrare come in Veneto, in occasione dell’emergenza dello scorso anno sia stato applicato per la prima volta il Nuovo Codice di Protezione Civile nazionale. “Il Veneto è avanguardia nella protezione civile” ha dichiarato Borrelli nell’occasione, lodando l’organizzazione dell’emergenza nella nostra Regione e dichiarandosi disponibile ad approfondimento tecnico per verificare se il modello di previsione delle piene possa diventare riferimento nazionale