Al via iniziative legislative per un cambio normativo. L’assessore Bottacin: “basta con la libera circolazione dei rifiuti speciali”
“Per quanto riguarda la circolazione dei rifiuti speciali è necessario un metodo nuovo, che vada verso l’autosufficienza, che deve essere per tutti”. A dirlo l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, che sul tema sta predisponendo un dossier che intende consegnare al riconfermato ministro dell’Ambiente Costa.
“Sarà una dura battaglia, viste le già non poche difficoltà riscontrate con l’ultimo governo, dove l’approccio negativo all’apertura di nuovi inceneritori nelle Regioni che non ne hanno ha caratterizzato le politiche ambientali del Movimento 5 Stelle; ma è giusto continuare a portarla ugualmente all’attenzione delle istituzioni”.
“Non si può continuare a nascondere il problema sotto il tappeto. Infatti, finché permarrà la libera circolazione per i rifiuti speciali in Italia e in Europa, ci saranno sempre Regioni non virtuose che porteranno i loro rifiuti a smaltire in casa di chi invece virtuoso lo è, come il Veneto. Un criterio aberrante che, se non corretto in tempo, nel medio lungo termine rischia di trasformare in non virtuose anche quelle realtà che oggi lo sono”.
“Non si può più neppure ragionare in termini di sola autosufficienza obbligatoria per il rifiuto solido urbano – dettaglia Bottacin -, anche perché qualcuno, facendo una piccola lavorazione su tale rifiuto, già ora può fargli cambiare codice, aprendo quindi alla possibilità di trasportarlo in territori di altre Regioni”.
Sono molteplici i casi in tal senso di rifiuti che, così modificati, trasmigrano da sud a nord. Nel Lazio di Zingaretti, ad esempio, sono ancora dominanti le vecchie discariche a trattamento meccanico-biologico, ovvero impianti che trasformano i rifiuti urbani in speciali e che una volta diventati tali sono pronti a lasciare il territorio regionale per invadere altri territori.
“Come Veneto avevamo cercato di arginare il problema del cambio codice – prosegue l’assessore – con una ferrea delibera di Giunta, ma nel paese dei mille ricorsi e controricorsi ci è stata impugnata presso il Tar, che ce l’ha bloccata”.
Attualmente il Nord si fa già carico di bruciare oltre i due terzi dei rifiuti prodotti a livello nazionale, ma con l’aumento generale della produzione di rifiuti diventa necessario pensare a nuove strategie e prendere decisioni concrete per evitare che anche chi è virtuoso vada in sofferenza.
“Purtroppo questo continuo non decidere, tipico di una cattiva politica, o decidere sulla base della sindrome di Nimby non risolve il problema ma lo amplifica perché apre le porte al rischio che si verifichino sempre più spesso situazioni come quelle emerse alcuni mesi fa in Toscana, dove è emerso il noto scandalo del “giro bolla”.
“L’unica soluzione non può quindi che essere responsabilizzare le singole Regioni – suggerisce l’assessore – e indurle a gestire anche i rifiuti speciali o quelli con codice cambiato, magari in una fase intermedia lasciando che ancora possano trasferire a altre Regione ma non oltre una determinata percentuale. Sarebbe oltre che una decisione di buon senso, anche un grande segnale verso una prima applicazione virtuosa del concetto di autonomia, che tutti a parole dicono di condividere ma che nei fatti i più bocciano in maniera inequivocabile”.
Una posizione in tal senso peraltro potrà essere presa solo a livello statale. La Regione aveva provato a trovare una soluzione diversa, ma era stata stoppata. L’articolo 33 della Legge Regionale 3/2000, al comma 2 infatti limitava l’ingresso nelle discariche a una misura non superiore al 25% di rifiuti speciali provenienti da fuori Regione. Un articolo successivamente dichiarato tuttavia illegittimo dalla sentenza n. 244/2011 della Corte Costituzionale.
“Staremo a vedere – conclude Bottacin -. Al momento posso solo augurarmi che il nuovo governo, al via in queste ore, abbia la forza di farlo nella legge quadro ambiente”.