A Ponte di Piave sono stati presentati dalla Regione insieme all’Autorità di Distretto alcuni importanti interventi che si stanno sviluppando sul fiume sacro alla Patria.
“Come Regione infatti puntiamo moltissimo su tutto quanto utile a dare sicurezza all’incolumità pubblica – ha spiegato l’assessore alla Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin -. Con questo obiettivo in questi anni abbiamo investito tanto su due aspetti fondamentali che sono collegati alla previsione e prevenzione degli eventi, senza ovviamente dimenticare di organizzare con efficienza la gestione delle emergenze e del post emergenza, come è stato nel caso di Vaia. Il prima e il dopo, in questo passaggio storico verso la sicurezza idraulica, è l’amministrazione Zaia, che dà il via a un approccio diverso nel rapporto col territorio, privilegiando le opere di difesa del suolo come spesso ricorda anche l’autorevole professor D’Alpaos”.
“Previsione e prevenzione sono infatti strumenti decisivi per dare la risposta più efficace e con anticipo prepararsi agli eventi calamitosi. Il Veneto in tutto ciò, come ha sottolineato una volta di più anche stamattina l’ingegner Baruffi nel suo intervento, è all’avanguardia non solo a livello nazionale ma pure europeo. E anche sul Piave ci siamo mossi su questa linea, ben consapevoli che il rischio zero non esiste ma altresì che bisogna lavorare perché sia il minore possibile. E ne sono prova i 108 milioni di euro investiti dalla Regione su questo fiume negli ultimi anni, ma anche i lavori e le collaborazioni poste in essere con importanti enti tra cui ad esempio l’Università di Padova”.
“Anche la Convenzione che abbiamo attuato con l’Autorità di Distretto è un ulteriore esempio di un ottima sinergia tra enti, che si inserisce nelle attività previste dal Piano Gestione Rischio Alluvioni, che per il Piave si concretizza in diverse azioni tra cui interventi diffusi di taglio alberature per favorire la capacità di deflusso e la sicurezza arginale, ma anche un indagine sperimentale per l’individuazione della massima capacità di portata transitabile nel tratto terminale. Attività che sono connesse anche con gli interventi di laminazione a monte in quanto una più precisa conoscenza della capacità di portata del tratto terminale e un suo incremento, grazie al taglio delle alberature, consentono di meglio quantificare e contenere i volumi di invaso da realizzare a monte”.