Bottacin: “passo concreto verso l’autonomia”
“L’obiettivo è portare a compimento una legge di assoluta rilevanza, che può significare un primo vero e concreto passo verso l’autonomia con molti milioni di euro da gestire direttamente dal e sul territorio”. A dirlo l’assessore regionale all’Ambiente e Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin al termine delle odierne audizioni tenute dalla II Commissione consiliare, che a seguito del voto dell’ultimo Consiglio regionale ora ha ruolo di sede redigente del testo della legge collegata alle nuove disposizioni in materia di idroelettrico proposto dalla Giunta.
“Ho preso buona nota di alcuni rilievi emersi con particolare riguardo alla tutela ambientale – evidenzia l’assessore -, aspetti che ovviamente intendiamo tenere in considerazione in linea generale, ma senza dimenticare che molti di tali aspetti sono ancora di esclusiva competenza legislativa statale e che pertanto una loro precisa declinazione nel testo regionale potrebbe portare ad un’impugnazione della nostra legge per eccesso di competenza da parte del governo. Tutto ciò anche alla luce del fatto che a Roma il PD sta cercando di riportare a livello statale la gestione delle centrali idroelettriche, cosa che non possiamo permetterci”.
Ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione compete infatti in via esclusiva allo Stato la potestà legislativa per la tutela dell’ambiente; materia poi disciplinata nel dettaglio dal Decreto legislativo 152/2006, che esplicitamente inquadra in questo contesto la disciplina degli usi delle acque.
“Appartiene invece alla potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni – specifica Bottacin -, sempre ai sensi della Costituzione, la materia della produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia. Solo in questo ambito possiamo muoverci e il lavoro che stiamo facendo è proprio quello di chiudere il cerchio su una disciplina di dettaglio regionale che fa seguito alla fondamentale modifica di un altro Decreto legislativo (79/1999), approvata nel 2019, che ha sancito il passaggio di opere, centrali, dighe e impianti alle Regioni”.
“Fondamentale quindi – conclude l’assessore – arrivare all’approvazione del quadro regionale in tempi brevi senza tentennamenti, limitandosi a normare quel che c’è da normare senza invasioni di campo su competenze che non ci appartengono. E’ un primo ma fondamentale traguardo di autonomia realizzata, esattamente come hanno chiesto oltre due milioni di veneti con il referendum sull’autonomia”.