L’assessore al Dissesto idrogeologico: “approccio scientifico in ogni scelta, grazie a collaborazioni con Università e CNR”
Consegnati questa mattina i lavori per la realizzazione a Chies d’Alpago, nell’ambito dell’abitato di Lamosano, di alcune opere sperimentali di drenaggio.
“La frazione di Lamosano, da sempre, è interessata da un fenomeno franoso di grandi dimensioni – spiega l’assessore al Dissesto idrogeologico – i cui movimenti, seppur lenti e conseguenti almeno in parte all’escursione dei livelli delle falde acquifere, possono produrre danni a edifici e infrastrutture. Proprio allo scopo di approfondire le conoscenze, ma al contempo compire anche delle opere in grado di migliorare le condizioni di stabilità, abbiamo previsto la realizzazione di alcune interventi di drenaggio”.
La frana che coinvolge gran parte dell’abitato di Lamosano ha infatti un volume di circa 4,5 milioni di metri cubi con superficie di movimento posta alla profondità massima di circa 70 metri, una velocità media registrata negli ultimi anni dell’ordine di 2 centimetri l’anno e modalità di movimento intermittente. I movimenti della frana appaiono correlabili, almeno in parte, con gli innalzamenti dei livelli di falda conseguenti al verificarsi di eventi pluviometrici significativi.
“La progettazione dell’intervento, curata dalle nostre strutture regionali del Genio Civile – dettaglia l’assessore -, è stata preceduta da una fase di studio idrogeologico della frana, oggetto di una specifica convenzione con il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, al termine della quale sono stati definiti un modello idrogeologico preliminare e individuate ubicazione e caratteristiche di alcune opere sperimentali di drenaggio da eseguire”.
Tali opere sono costituite da quattro pozzi drenanti, di diametro di 1,5 metri e profondi da 15 a 30 metri fino a intercettare il substrato roccioso, nelle vicinanze dei quali verranno realizzati altrettanti piezometri di controllo. I pozzi verranno attrezzati con pompe sommerse per l’emungimento forzato delle acque fino al raggiungimento dell’abbassamento voluto del livello di falda.
“La prima fase dei lavori, per i quali abbiamo messo a disposizione 250mila euro – prosegue l’assessore -, prevede l’installazione dei piezometri di controllo in fori di sondaggio appositamente eseguiti, in corrispondenza dei quali verranno realizzate delle prove di caratterizzazione geotecnica e idrogeologica dei depositi detritici e del substrato geologico, così da definire con maggior dettaglio le caratteristiche dei pozzi drenanti”.
I lavori, condizioni meteo e imprevisti permettendo, dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno.
“Continuano gli interventi per eseguire i quali usiamo un approccio scientifico in ogni scelta – conclude l’assessore -. Oltre al supporto dell’Università di Padova nei riguardi dei complessi aspetti idrogeologici, sull’area è infatti attiva da alcuni anni anche una convenzione con l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR riguardante il monitoraggio degli spostamenti superficiali e profondi, determinati sia con misure periodiche che in continuo della frana di Lamosano e della vicina frana del Tessina”