“Sempre vicini al territorio, abbiamo accolto positivamente la richiesta del comune di Agordo di intervenire con un finanziamento di 500mila euro necessari per una serie di bonifiche ambientali da attuarsi nell’area dell’ex Istituto Minerario Follador , dove sono stati riscontrate delle contaminazione da idrocarburi”. A dirlo l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin nell’annunciare l’approvazione della delibera con cui, oggi, la Giunta regionale ha promosso il contributo.
Presso il sito era stato da tempo attivato un procedimento ambientale a seguito del rinvenimento di terreno con evidenze di contaminazione da idrocarburi durante i sondaggi fatti per la relazione geologica collegata al progetto di recupero e valorizzazione dell’ex istituto.
Identificato nel serbatoio interrato destinato allo stoccaggio del gasolio da riscaldamento dell’edifico la potenziale sorgente primaria di contaminazione, ne è stata effettuata la bonifica e prevista la rimozione in sicurezza di emergenza.
“Nel corso di tale operazione, alla presenza anche del nostro braccio operativo rappresentato da ARPAV – spiega l’assessore -, è stato possibile constatare l’integrità del serbatoio, ma al tempo stesso mettere in luce la presenza di due ulteriori serbatoi la cui esistenza non risultava segnalata nella documentazione agli atti del Comune”.
Tali serbatoi, in calcestruzzo, si trovavano in cattivo stato di conservazione e al di sotto di essi erano era evidente la presenza di terreno intriso di idrocarburi.
“Non essendo possibile prevedere la rimozione dei serbatoi in calcestruzzo in seno al cantiere, l’operazione è stata posticipata e sono state eseguite ulteriori indagini”.
Una situazione complessa a cui il Comune non era in grado di far fronte con autonome risorse. Da qui la richiesta, avanzata ai primi di maggio, da parte dell’amministrazione agordina e che oggi ha trovato riscontro con delibera regionale.
“Come d’abitudine in tutte le situazioni in cui decidiamo di intervenire in aiuto delle amministrazioni – conclude Bottacin -, le scelte sono state fatte sulla base di evidenze scientifiche seguite dai nostri uffici e rafforzate anche dalle analisi presenti nell’anagrafe dei siti contaminati predisposta da Arpav”.