“Le lettere che alcune prefetture hanno recentemente inviato ai sindaci relativamente al rischio idrogeologico stanno creando una certa preoccupazione nelle amministrazioni locali. Desidero tranquillizzare i Sindaci su un tema così delicato, ricordando che in base alla normativa vigente (D.lgs. 152/2006 art. 61) sono le Regioni e non i Comuni gli enti territoriali che collaborano alla realizzazione dei Piani di bacino, alla formulazione dei programmi di intervento e sono sempre le Regioni che hanno la competenza sull’attuazione dei principali interventi di difesa del suolo, sulla polizia idraulica, nonché sulle azioni di monitoraggio”.
L’assessore al Dissesto Idrogeologico della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin, interviene sulle competenze regionali che riguardano il rischio idrogeologico, dopo approfondimento e confronto con i propri colleghi di tutta Italia. “In queste settimane, infatti, molte Prefetture hanno scritto ai Sindaci per conoscere le zone a rischio del loro comune, ma la mappatura del rischio viene fatta da decenni e costantemente aggiornata dalle autorità di bacino distrettuali, organismi che fanno capo proprio al governo nazionale. E tali mappature sono di dominio pubblico e facilmente consultabili anche in internet. Esistono infatti dei Piani, definiti dalle Autorità di Bacino Distrettuali (organismi con comitato istituzionale presieduto dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza Energetica). Per quanto riguarda la realizzazione delle opere di difesa del suolo, inoltre, la normativa vigente pone in capo questa competenza prevalentemente alle Regioni, non ai comuni.
Bottacin entra nel merito della questione spiegando anche come avviene il monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi in corso per prevenire possibili disastri ambientali: “Con il DPCM del 28 maggio 2015 e, successivamente, con il DPCM del 27 settembre 2021, – ha dichiarato – sono stati approvati i criteri e le modalità per la programmazione degli interventi, definendo, in particolare, le diverse fasi in cui deve essere sviluppata la loro programmazione e realizzazione, oltre che le priorità dei lavori. Per questo motivo è stata predisposta una specifica piattaforma (RENDIS – Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) in cui vengono caricate le proposte di intervento da finanziare, tenuto conto degli obiettivi della pianificazione di bacino e delle priorità”.
“E’ fondamentale – ha concluso l’assessore veneto – che ogni Ente condivida col territorio tutti i processi di interesse, osservando sempre le competenze di ciascuno. Solo in questo modo, infatti, gli obiettivi che interessano e sono utili per l’intera comunità possono essere raggiunti in maniera piena ed efficace. Proprio per questo tutte le Regioni, in maniera concorde, hanno intenzione di chiedere un incontro urgente ai Ministri Musumeci, Piantedosi, Picchetto Frattin e Salvini, al fine di chiarire i ruoli e le competenze”