Reintrodurre il servizio di leva obbligatorio per tutti i cittadini italiani tra i 18 e i 28 anni, per un periodo di otto mesi, fatta salva la possibilità di fare il servizio civile. È la proposta di legge statale di cui è primo firmatario l’assessore regionale alla Protezione civile del Veneto Gianpaolo Bottacin per “rinsaldare quel desiderio di appartenenza al gruppo che in molti ricordano conseguente al periodo vissuto con i commilitoni durante la leva”, che prevede la possibilità di scegliere se trascorrere il periodo di servizio militare, che può essere anche dilazionato, nel settore della Protezione Civile o in quello della Difesa.
LA SOSPENSIONE DELLA LEVA DAL 2000
La leva, attiva fin dalla nascita dello Stato italiano, è stata sospesa nel 2000 da Sergio Mattarella, allora ministro della Difesa, con la legge n. 331 del 2000 attraverso cui si conferiva al governo la delega a emanare la graduale sostituzione dei militari in servizio obbligatorio con volontari di truppa, di fatto sospendendo la leva e conseguentemente anche il servizio civile obbligatorio alternativo. E così anche quel senso dì appartenenza al territorio che si percepiva precedentemente è in parte venuto a scemare. Gli interventi, pur lodevoli, con cui è stato istituito, attraverso la legge n. 64 del 2001, il servizio civile volontario certamente non hanno infatti rinsaldato quel desiderio di appartenenza al gruppo che in molti ricordano conseguente al periodo vissuto con i commilitoni durante la leva o comunque in forme alternative al servizio militare. Oggi accade infatti che spesso scelte di ferma militare o civile volontaria rispondano a ragioni che poco hanno a che fare con la solidarietà o l’appartenenza al territorio, ma siano collegabili o interpretabili, senza nulla togliere peraltro all’ottimo servizio che viene prestato, come opportunità di impiego per chi non trova differentemente occupazione.
LA RATIO DELLA PROPOSTA DI LEGGE
“Valorizzare le proprie radici geografiche significa anche dedicare un periodo della propria vita al territorio di appartenenza durante il quale svolgere forme di servizio civili o militari”. Lo si legge nel testo della proposta. In tal senso è da sempre forte l’esempio dei tantissimi Veneti che, tramite il loro volontariato, sono animati di spirito di solidarietà e legame al territorio e sono splendida dimostrazione di come si possa mettere a disposizione del prossimo il proprio tempo. Un spirito incarnato magnificamente da gruppi come gli alpini, campioni da solidarietà e spesso primi soccorritori fin da quando nelle calamità naturali interveniva l’esercito, come successe nel disastro del Vajont. Oggi, per tali scopi e dando continuità a quello spirito, esiste la protezione civile: creare perciò un servizio civile in questo ambito consentirebbe certamente di avere un esercito di persone già addestrate e sempre pronte a intervenire. Con questa proposta di legge si propone quindi di ripristinare un periodo dì ferma obbligatoria, quantificato in otto mesi, con l’obiettivo di valorizzare la cultura della solidarietà e per rispondere altresì ad alcuni bisogni primari del proprio territorio, soprattutto in situazioni in cui dovessero manifestarsi necessità particolari, dando modo a tutti di rendersi utili alla società nell’ambito per il quale ognuno si può sentire più portato: la difesa civile o quella militare.
LA SCELTA TRA SERVIZIO CIVILE O MILITARE
La scelta tra servizio civile o militare, prevista in maniera paritaria per gli uomini e le donne, potrà essere fatta da ciascun soggetto prima dello svolgimento del servizio, da assolversi nel periodo di tempo tra la maggiore età e il compimento dei ventotto anni compatibilmente con il percorso scolastico del cittadino, che non sarà in alcun modo posto in secondo piano. Se per la scelta del servizio militare sì potranno valutare le diverse opportunità di ferma in vigore al momento dell’emanazione della presente legge, per quanto riguarda il servizio civile questo dovrà essere svolto presso le associazioni nazionali o locali accreditate di protezione civile, secondo modalità che saranno disciplinate da successivi decreti legislativi conseguenti alla presente legge.
LO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO NEL TERRITORIO REGIONALE D’APPARTENENZA
Il servizio civile o militare sarà svolto nel territorio della propria Regione così da dare forza al territorio di appartenenza attraverso la messa a disposizione di energie umane che a quel territorio già appartengono e, relativamente al servizio civile di protezione civile, la formazione sarà programmata secondo modalità stabilite con deliberazione dalla Giunta regionale.
In relazione infine alla copertura finanziaria per il raggiungimento delle finalità legislative della presente legge, all’interno della quale va ricompresa anche la determinazione della retribuzione e del trattamento pensionistico collegato al periodo prestato per il servizio, verrà istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un apposito Fondo nazionale per il servizio civile o militare obbligatorio, del quale la dotazione verrà successivamente determinata con un provvedimento del Ministro dell’Economia
L’APPROVAZIONE DELLA PRIMA COMMISSIONE CONSILIARE
La proposta di legge promossa da Bottacin sta facendo il suo corso; dopo aver avuto nel giugno scorso il via libera della Prima Commissione consiliare si appresta ora ad essere iscritta ai lavori del Consiglio.