“Ho avuto modo di apprendere dalla stampa che, a detta del sen. Ferrazzi, il Veneto sarà una delle cinque Regioni, unica del Nord Italia, poste sotto la lente della vostra Commissione”. “Rispetto a ciò non posso non sottolineare come il Veneto, oltre ovviamente a non essere l’unica in cui si sono verificate problematiche di natura ambientale, al contrario è certamente quella che in moltissime occasioni si è mossa per prima per risolverle”.
Sono alcuni dei passaggi iniziali della lettera che l’assessore all’Ambiente della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin ha scritto al presidente e ai componenti della Commissione Parlamentare Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.
Dopo aver ricordato l’impegno della Regione sul fronte ambientale, anche facendo da apripista come nel caso dei Pfas, e più in generale sottolineando il grande lavoro nella lotta agli illeciti ambientali, l’assessore Bottacin assicura comunque la completa collaborazione della Regione di fronte a qualsiasi iniziativa la Commissione deciderà di avviare. “Ritengo tuttavia doveroso evidenziare – conclude – come le dichiarazioni con cui si vorrebbe far apparire il Veneto come una delle realtà tra le più critiche in Italia siano del tutto fuorvianti”.
Qui di seguito il testo integrale della nota di Bottacin:
“Ho avuto modo di apprendere dalla stampa odierna che, a detta del sen. Ferrazzi, il Veneto sarà una delle cinque Regioni, unica del Nord Italia, poste sotto la lente della vostra Commissione.
Sgomberando il campo da qualsiasi possibile equivoco, premetto fin da subito che come Regione saremo al fianco della Commissione e pronti a ogni tipo di supporto, per quanto di nostra competenza e come sempre accaduto.
Stupisce tuttavia leggere, ancora una volta, che il Veneto sembrerebbe essere l’unica realtà del Nord posta sotto osservazione in quanto qui si sarebbe riscontrata, riporto testualmente le dichiarazioni del sen. Ferrazzi, “una situazione di grande compromissione in ordine al rispetto della legalità e alla necessità di tutelare la salute pubblica”.
Rispetto a ciò non posso non sottolineare come il Veneto, oltre ovviamente a non essere l’unica in cui si sono verificate problematiche di natura ambientale, al contrario è certamente quella che in moltissime occasioni si è mossa per prima per risolverle; in più, i dati oggettivi dimostrano che non è la Regione con le principali criticità ambientali nel Nord Italia.
In tal senso ricordo innanzitutto il caso PFAS, su cui la Commissione negli anni scorsi ha già avuto modo di approfondire l’argomento con particolare riguardo al Veneto. Una problematica emersa a seguito di uno studio del 2013 svolto dal CNR- IRSA che evidenziava la presenza di tali sostanze in concentrazioni preoccupanti nelle acque potabili di diverse realtà italiane. Tra i fiumi in cui erano stati evidenziati i rilievi c’erano principalmente il Po (il primo episodio di grave contaminazione da PFAS noto in Italia è infatti quello di Spinetta Marengo in Provincia di Alessandria, anteriore al 2010), l’Adige, l’Arno e il Tevere.
Avendo queste sostanze interessato anche la nostra realtà, come Regione, ci siamo immediatamente attivati per ottenere dal Governo indicazioni chiare sui limiti da adottare per le acque potabili, ricordando che la tutela della salute dei cittadini da PFAS era ed è un problema nazionale. In assenza di provvedimenti governativi, nel 2017 la Giunta regionale ha deciso di andare oltre le misure di tutela previste dai limiti di performance dell’Istituto Superiore di Sanità, stabilendo limiti di riferimento con valori drasticamente ridotti, i più bassi d’Europa. Anche a seguito di questa iniziativa pure l’Unione Europea ha iniziato a studiare il caso e a suggerire dei limiti più stringenti. Sui PFAS, come noto alla Commissione, la Regione Veneto è stata infatti l’unica a muoversi immediatamente tanto da diventare un riferimento nazionale in materia.
Similarmente e più in generale vorrei evidenziare il grande lavoro nella lotta agli illeciti ambientali che, con ottimi riscontri, come Veneto stiamo compiendo attraverso il tavolo interistituzionale, che è stato avviato su mia iniziativa nel 2018 in materia di emergenze ambientali, e che coinvolge Carabinieri dei NOE, Vigili del Fuoco, Arpav, Università di Padova e Anci. Un tavolo che, proprio presso la vostra Commissione in sede di audizioni, è stato citato dal comandante del Corpo dei Vigili del Fuoco come esempio virtuoso da esportare a livello nazionale.
Anche sui dati relativi agli incendi negli impianti di rifiuti, sempre dalla relazione del comandante nazionale del Corpo dei Vigili del Fuoco, emerge chiaramente come non siano in Veneto le maggiori criticità. Nella nostra Regione sono stati evidenziati solamente 27 episodi nel periodo temporale 2014-2017 e nessuna delle province venete risulta, a differenza di altre realtà anche del Nord Italia, in testa ai dati per gravità di questo tipo di eventi. Cosa che comunque non ci rassicura e infatti, tra le numerose iniziative intraprese dalla nostra Regione, voglio anche citare le convenzioni attivate ormai da diversi anni con i Carabinieri dei NOE e con i Carabinieri Forestali.
Riconfermando pertanto la completa collaborazione della Regione di fronte a qualsiasi iniziativa la Commissione deciderà di avviare, ritengo tuttavia doveroso evidenziare come le dichiarazioni con cui si vorrebbe far apparire il Veneto come una delle realtà tra le più critiche in Italia siano del tutto fuorvianti”.