In concomitanza della Giornata mondiale dell’acqua si sono svolti a Trieste gli “Stati generali dello sviluppo sostenibile dell’Alto Adriatico e del Centro Europa”, a cui hanno preso parte anche la Carinzia e le regioni della Slovenia e della Croazia.
Nel suo intervento l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin ho sottolineato quanto il Veneto stia facendo in ambito di sviluppo ambientale sociale ed economico, nel solco dei valori dell’Agenda2030. Settori il cui equilibrio va gestito in maniera opportuna.
Ma ha altresì ricordato la strategia regionale, adottata dalla Giunta nel 2020, in cui vengono toccate tutte queste tematiche collegate al territorio specifico. Parlando di economia circolare, nell’ambito dei numeri ha ricordato il 76,2% di raccolta differenziata già raggiunta dal Veneto e l’obiettivo dell’84% entro il 2030; un obiettivo peraltro già ottenuto da molti territori della Regione Veneto, che su questa partita non ha eguali in Italia.
Uno sguardo poi al piano di adattamento ai cambiamenti climatici nato e sviluppato in collaborazione con importanti Università in primis Padova. Occasione per sottolineare e altresì complimentarsi con il professor Andrea Rinaldo, proprio dell’Ateneo patavino che fa parte dello staff di luminari che collaborano con la Regione Veneto che ieri ha ricevuto il premio Nobel per l’acqua.
Tra le collaborazioni, anche in questo caso a livello universitario, la valorizzazione di precisi indici di rischio, affinché i lavori vengano svolti su base scientifica e non per dare soddisfazione a chi tira di più la giacchetta all’amministratore di turno o per le pressioni di qualche comitato. Sempre su questa linea, l’assessore ha ricordato poi i modelli previsionali sui livelli dei fiumi e i conseguenti effetti al suolo, un unicum in Europa.
Due parole infine anche sul piano aria, in questa fase in aggiornamento, e in relazione al quale è stato investito oltre un miliardo di euro negli ultimi quattro anni nell’ambito delle settanta e più misure in esso previste. Anche se gli obiettivi indicati dell’Europa in materia, per problematiche geomorfologiche e antropiche, sono oggettivamente irrealizzabili, la Regione Veneto ha comunque raggiunto importanti risultati che hanno ad esempio portato a una riduzione di oltre il 50% degli inquinanti primari negli ultimi quindici anni. È sufficiente? No, ma è indice che anche in questo settore non viene abbassata la guardia.